I Catasti Teresiano e Lombardo-Veneto
La dominazione austriaca determinò nella Lombardia del Settecento un grosso
rivolgimento, e non solo politico. Numerose furono le illuminate riforme
promosse dagli Asburgo, ma la più importante, quella che determinò le
maggiori trasformazioni a livelo economico, fu il censimento dell'intero
Stato di Milano avviato nel 1718 da Carlo VI e protrattosi fino al 1757
durante il Regno della figlia, Maria Teresa. La formazione di un catasto
generale dei terreni fu motivata da un'esigenza di chiarezza in relazione
alle possibilità contributive dello Stato da poco annesso (1714) al più vasto
Stato asburgico.
Integrale fu la revisione della politica fiscale tendente ad un'equa
ripartizione dei carichi tributari ed alla stabilità dell'imposta fondiaria.
La perequazione tributaria si manifestò innanzitutto in un attento vaglio
delle esenzioni di cui usufruivano nobiltà ed ecclesiastici per diritti
acquisiti in tempi ormai remoti, privilegi spesso neppure verificabili. Il
censimento fu capillare. Ogni possidente, anche forestiero, era tenuto alla
notificazione di tutti i propri beni - terreni, immobili o rendite - anche se
precedentemente esentati, nel luogo ove tali beni erano posti. Ciò consente
la ricostruzione morfologica, completa ed esatta, di tutto il territorio
dello Stato, morfologia che venne successivamente fissata nelle mappe
catastali, la prima scientifica rappresentazione grafica del territorio.
Il fondamento scientifico delle operazioni relative alla misurazione dei
terreni fu determinato dal matematico Marinoni che elaborò un innovativo
sistema di rilevamento e misurazione dei terreni servendosi di un nuovo
strumento tecnico, la tavoletta pretoriana, che presenta diversi vantaggi tra
cui l'adattabilità ad ogni terreno e l'eliminazione di danni alle colture. Le
mappe venivano trasposte in fogli componibili dall'originale di campagna
elaborato direttamente sul luogo. L'unita di misura fu unificata per l'intero
Stato con la scelta del più antico e maggiormente diffuso trabucco milanese,
corrispondente a 2,61111 metri; quale unità di superficie fu adottata la
pertica milanese, equivalente a 654,517962 mq., suddivisa in tavole
corrispondenti alla ventiquattresima parte.
Le operazioni di rilevamento si svolsero per l'intero Stato di Milano tra il
1721 e il 1724 con la stesura degli "originali di campagna" in scala
1:2000, tuttora conservati nell'Archivio di Stato di Milano. Solo in seguito,
in ufficio, si provvedeva a trasferire i dati nelle mappe copia in fogli
componibili evidenziando le differenti colture presenti sul territorio
mediante simboli grafici variamente acquarellati. Ogni particella è
contrassegnata da un numero d'ordine che fa riferimento al "sommarione" a
margine in cui vengono esplicitati, oltre la qualità delle colture e la loro
estensione in pertiche, i nominativi dei proprietari con l'indicazione della
classe sociale di appartenenza.
Le mappe di Carlo VI, così vengono indicate le mappe copia, sono conservate
presso l'Archivio di Stato, come peraltro tutta la documentazione catastale.
Quella relativa al territorio di Carugate, datata 1722, è costituita da 11
fogli componibili di mm. 700x460 e porta la seguente dicitura sul foglio 1:
"Territorio di Carugate Pieve di Vimercate. Misurato dalli Geometri Domenico
Viaggi e Sebastiano Brunner in occasione della Misura Generale del nuovo
Censimento dello Stato di Milano principiata il giorno 18 Settembre e
terminata il giorno Primo Ottobre. Coll'assistenza di Agostino Lamperti
Console, Fr.co Crippa, Ant.o Lombardo, Gio. Lombardo, Gio. B.a Mandello ed
Ant. Vismara. Copiata dalli Dissegnatori Gerolamo Cesati e Giuseppe Antonio
Lessone in fogli XI. ANNO MDCCXXII".
I dati catastali, fonte storica perticolarmente ricca, manifestano peraltro
alcune carenze, carenze che vanno però considerate in relazione alla
funzione fiscale da cui trassero origine. La lacuna più evidente riguarda i
beni di "Seconda Stazione", gli immobili che, non essendo soggetti a carico
fiscale, sono spesso delineati in mappa in modo estremamente sommario, in un
sol corpo con i cortili, senza alcun riferimento nei sommarioni a margine. La
lacuna fu parzialmente colmata trenta anni dopo; nella "Tavola del nuovo
estimo", approvata per Carugate il 17 Maggio 1755, sono contrassegnati anche
gli edifici con una numerazione progressiva rispetto all'ultimo mappale dei
terreni. Gli immobili seguono dunque i beni di Prima Stazione, i terreni,
con la segnalazione della destinazione d'uso, oltre naturalmente alla
proprietà e all'estensione. Altra interessante innovazione fu il censimento
delle piante di gelso, censimento determinato dalla notevole portata
economica del fenomeno della gelso-bachicoltura nell'intero Stato di Milano
ed in particolare nelle nostre zone, fenomeno che andava ad accrescere il
"Valor Capitale" dei terreni "moronati". Tale innovazione permette di
stabilire con assoluta certezza l'estensione della coltura a gelso fino a
quantificare l'esatto numero di piante presenti in ogni mappale.
Al di là dell'intrinseco valore storico della rilevazione dei daati, l'aspetto
più interessante della riforma per i benefici economici che apportò fu
l'immutabilità del carico: questo rimaneva invariato rispetto alla stima
iniziale pur col mutare delle situazioni. Ciò determinò un notevole
incremento dell'agricoltura sia nel recupero dei terreni incolti, che
nell'utilizzazione di tecniche più avanzate per coltivazioni intensive e di
essenza altamente redditizie quale appunto il gelso. Il risultato finale
della riforma si può quindi riassumere in un miglior sfruttamento delle
risorse agricole del territorio e in una più equa distribuzione del carico
tributario.
Dopo l'attivazione si rese più volte necessario l'aggiornamento delle
intestazioni di proprietà, vennero quindi compilati nuovi registri catastali
che andaro a costituire il "Catastino nuovo" ed in particolare, per il
territorio di Carugate, il "Catastino di Maria Teresa" compilato intorno al
1770 e il "Catastino rinnovato coi possessori a tutto il 31 Dicembre 1838".
Completa la serie dei registri catastali il "Libro dei Trasporti d'Estimo" in
cui sono riportati i passaggi di proprietà. Il censimento fu attivato solo
nel 1760; l'editto del 29 Novembre dell'anno precedente segnò la conclusione
di tutte le operazioni preliminari.
Nel 1854, con l'obiettivo di costituire un catasto uniforme per tutto il
Regno Lombardo-Veneto, si diede inizio al ricensimento dei Comuni già
censiti nel secolo precedente. I nuovi rilevamenti diedero origine a nuove
mappe che andarono a sostituire quelle del 1722 ancora in uso seppur
aggiornate nelle interstazioni di proprietà. Il nuovo censimento, denominato
catasto lombardo-veneto, adottò gli stessi strumenti tecnici di rilevamento
utilizzati un secolo prima, pur mutando l'unita di misura, che divenne il
metro, e quella di superficie, la pertica metrica o censuaria, equivalente a
1000 mq. Le Mappe in fogli componibili sono ancora colorate ad acquarello, ma
in modo più sommario, unicamente ad evidenziare gli edifici, i corsi d'acqua
ed il reticolo stradale; mentre i mappali coltivati sono contrassegnati dal
numero della particella, ma non presentano nè colorazione nè i vivaci simboli
grafici che nelle mappe settecentesche differenzivano le colture presenti sul
territorio. I mappali sono indicati da una numerazione progressiva che fa
riferimento ad un registro compilato separatamente.
La mappa del catasto Lombardo Veneto relativa al territorio di Carugate,
datata 1856, è costituita da dieci fogli componibili di mm. 630x540 e porta la
seguente dicitura: "Mappa del Comune Censuario di Carugate Mandamento di
Vimercate Provincia di Milano rilevata nell'anno 1856". La mappa, rettificata
negli anni 1880, 1887, 1893 e 1900, fu approvata dalla Giunta del Censimento
con decreto 2 Aprile 1873.
Numerosi sono i registri catastali che affiancano la mappa ottocentesca di
Carugate. In particolare, nel "Catasto dei terreni e fabbricati" approvato il
12 Giugno 1866 di ogni paraticella, contrassegnata da un numero d'ordine, è
indicato il possessore mediante una sigla esplicata nella "Rubrica", il tipo
di coltura, il numero dei gelsi presenti, l'estensione in pertiche e la
rendita censuaria. I dati corrispondono a quelli riportati nel "Catasto dei
terreni e fabbricati" approvato il 4 Aprile 1872 in cui gli immobili vengono
riportati in coda ed indicati nella destinazione d'uso e nel perticato. Gli
aggiornamenti effettuati negli anni intercorrenti il 1881 ed il 1901 sono
invece riportati in un registro separato.
Tre registri, stilati precedentemente a quelli sopra descritti, rivestono un
particolare interesse. Si tratta di un "Sommarione" del 1856 redatto con una
grafia molto veloce e frequenti correzioni i cui dati corrispondono in massima
parte a quelli riportati nel "Catasto dei terreni e frabbricati" approvato
nel 1866. È probabile l'ipotesi che si tratti della minuta eseguita durante la
rilevazione dei dati che vennero successivamente corretti e trascritti
ordinatamente. Nella stessa cartella e con la stessa data troviamo
l'"Annotatorio privato dello stimatore Ing. Angelo Fraschini per la stima dei
fabbricati posti nel suddetto Comune". Le caratteristiche grafiche sono
analoghe a quelle del Sommarione, ma i dati diventano particolarmente
preziosi in quanto, solo in minima parte trascritti, costituiscono un
materiale molto dettagliato e specifico che consente una precisa
ricostruzione dell'assetto edilizio di Carugate alla metà dell'Ottocento,
ricostruzione cui concorre anche la "Tavola per la descrizione e stima dei
fabbricati", datata 1867, anch'essa descrittiva di tutti gli immobili
presenti a tale data.
Il "Libro delle Partite d'Estimo dei Possessori" completa la serie dei
registri catastali riportando nei dettagli i passaggi di proprietà. Sono dati
tecnici strettamente finalizzati alla politica fiscale asburgica, ma la loro
rielaborazione consente, come vedremo, la ricostruzione della società di
Carugate, delle sue attività agricole ed industriali; la loro ricostruzione
di un più ampio quadro storico, se sapremo leggere al di là dell'aridità
del dato tecnico.